Florinda Saieva e Andrea Bartoli hanno fondato Farm Cultural Park 12 anni fa a Favara, nel centro della Sicilia.
Questa piccola città è diventata una capitale internazionale dell’arte contemporanea grazie alla loro iniziativa. Ogni anno, centinaia di artisti, architetti, fotografi e intellettuali si riuniscono a Favara, insieme a migliaia di amanti dell’arte, attratti dalla Farm Cultural Park.
Florinda Saieva ha scelto di vivere a Favara con il marito e le due figlie, invece che trasferirsi a Parigi, per dedicarsi completamente a questo progetto di rigenerazione urbana e sociale attraverso l’arte contemporanea, la partecipazione e la condivisione, e un profondo legame con la natura e le piante. Per Florinda, la Farm Cultural Park è stata un’esigenza personale. Voleva creare un luogo in cui lei e la sua famiglia potessero vivere bene senza dover fuggire altrove. Allo stesso tempo, sentiva il dovere di fare qualcosa di positivo per il suo territorio.
L’obiettivo iniziale era aprire il centro culturale nel 2012, ma nel 2010 una palazzina abusiva del centro storico di Favara crollò, causando la morte di due bambine. Questa tragedia colpì profondamente la città, compresi Florinda e Andrea, che decisero di accelerare l’avvio del progetto. Solo cinque mesi dopo, nel centro storico di Favara, la Farm Cultural Park inaugurò una serie di mostre d’arte che erano del tutto insolite per la città. I “Sette cortili” del Cortile Bentivegna furono rinnovati e divennero lo spazio principale del centro culturale, dove si svolgono ancora oggi eventi ed esposizioni di grande rilievo.
Nonostante le difficoltà finanziarie iniziali, la Farm Cultural Park è diventata una meta turistica di successo, attirando ogni anno 120.000 visitatori. L’iniziativa ha anche creato occupazione stabile per circa 150 persone. Grazie ai proventi generati dai visitatori e ai finanziamenti ottenuti attraverso vari progetti, la Farm Cultural Park è ora economicamente sostenibile e può reinvestire i profitti per ampliare l’offerta culturale e sociale.
Oltre all’aspetto economico, la Farm Cultural Park ha sempre prestato particolare attenzione all’ambiente. Ad esempio, presso Palazzo Miccichè è stata creata un’installazione permanente chiamata Human Forest, che trasforma gli spazi interni dell’edificio abbandonato in una foresta con piante ovunque. Questa installazione vuole dimostrare che è possibile integrare alberi sia all’interno che all’esterno degli edifici, ovunque sia possibile. L’esempio della Human Forest mostra che se è stato possibile piantare alberi in un palazzo rimasto abbandonato per cinquant’anni, frequentato da 60.000 persone in soli tre anni, allora è possibile farlo ovunque.
Tra i progetti della Farm Cultural Park c’è anche SOU, una scuola di architettura per bambini che prende il nome dall’architetto Suo Fujimoto. La scuola ha avuto un notevole successo e si è espansa, aprendo 12 filiali in tutta Italia. I corsi sono gratuiti grazie al sostegno di enti e persone che hanno abbracciato i progetti nati all’interno della Farm Cultural Park.
La storia di Florinda Saieva e Andrea Bartoli e della loro Farm Cultural Park è un esempio di come una coppia abbia trasformato una piccola città siciliana in un importante centro culturale internazionale. La loro dedizione e passione per l’arte contemporanea, la partecipazione sociale e l’ambiente hanno creato un luogo unico che ispira e coinvolge artisti e visitatori provenienti da tutto il mondo.